tagliati confini della riserva borsacchio

Borsacchio, tagliati i confini della Riserva

L’ostruzionismo dell’opposizione non basta: il Consiglio regionale approva la riperimentrazione. Fuori l’Annunziata, dentro i calanchi. E c’è chi promette battaglia

L’AQUILA – Manca solo la pubblicazione sul Bura, poi la riperimetrazione della riserva naturale del Borsacchio sarà legge. Con 26 ‘sì’ e 9 ‘no’ la proposta del consigliere regionale Berardo Rabbuffo (Fli) è stata approvata a maggioranza nel corso dell’assise odierna (favorevole anche Claudio Ruffini in dissenso dal Pd).

All’inizio tutto faceva presagire ad uno slittamento dei lavori, vista la mole di emendamenti presentati dai consiglieri d’opposizione Maurizio Acerbo (Rifondazione), Walter Caporale (Verdi), Cesare D’Alessandro (Idv) e Antonio Saia (Comunisti italiani). L’ostruzionismo, però, è stato sconfitto con l’approvazione di un sub-emendamento che ha fatto decadere gran parte dei testi.

Stando a quanto descritto nel corso della discussione, il nuovo perimetro aumenta ‘numericamente’ i km2 della riserva, ma elimina dai confini alcune porzioni di spiaggia come quella che da Cologna va fino al quartiere dell’Annunziata. Oltre al territorio giuliese, vanno via dalla riserva anche diverse aree antropizzate come Contrada Giammartino. Entrano invece alcuni territori interni, ad esempio i calanchi.

Sul tema specifico, gli oppositori alla riperimetrazione hanno precisato che il loro atteggiamento non è mai stato contrario alle legittime richieste di chi non può operare trasformazioni o piccole opere a causa delle leggi in vigore in attesa del Pan (Piano d’assetto naturalistico). Al contrario, hanno aggiunto, sono state presentate diverse soluzioni per venire incontro agli abitanti delle aree edificate, come quella delle deroghe alle Norme di salvaguardia, peraltro sostenuta anche dal dirigente regionale Antonio Sorgi (giudicata però impraticabile, ad esempio dal docente Enzo Di Salvatore).

Acerbo, Saia e D’Alessandro hanno più volte lanciato l’allarme circa la presunta illegittimità del testo approvato, votato senza il parere degli enti locali in Conferenza dei servizi e, stando alle critiche del consigliere dell’Idv, composto da commi che non “hanno la copertura finanziaria”. Ancora, da più parti si è fatta menzione circa le presunte pressioni a cui avrebbe ceduto lo stesso consigliere del Fli, da parte di noti imprenditori con mire “speculative” proprio sull’area protetta.

Sempre D’Alessandro ha poi contestato la legittimità stessa della discussione, attaccando duramente sia l’approvazione del sub-emendamento che il contenuto della proposta Rabbuffo, al punto da minacciare il ricorso alla Procura della repubblica. Acerbo, quindi, ha avvertito tutti che “la battaglia non è finita” e che si “combatterà” in tutte le sedi opportune per far si che il confine attuale non trovi compimento.

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