Teramo provincia

Il Consiglio provinciale non chiude agli idrocarburi

Il centrodestra boccia la mozione di Mercante (Idv) contro le richieste di ricerca, ma tre consiglieri di maggioranza non votano per ragioni “territoriali”

TERAMO – Rischio petrolizzazione sul territorio teramano: il Consiglio provinciale si spacca sulle richieste di ricerca di idrocarburi presentate dalla Medoilgas (denominate Villa Carbone e Villa Mazzarosa). La mozione del consigliere dell’Idv Riccardo Mercante, che impegnava il presidente della Provincia a chiedere alla Regione una moratoria sul rilascio dei permessi, la revisione della normativa regionale e ad inviare osservazioni negative da parte degli uffici provinciali, viene respinta dalla maggioranza, ma con alcuni mal di pancia evidenti all’interno del centrodestra.

Dieci i voti contrari e nove quelli favorevoli alla mozione, ma al momento del voto non sono presenti in aula i consiglieri Nicola Di Marco (Liberalsocialisti), presidente del Consiglio comunale di Roseto che appena ieri sera ha approvato all’unanimità il no alle trivelle nel Borsacchio, Diego Di Bonaventura (Pdl), consigliere del Comune di Notaresco guidato dal sindaco Catarra, oppositore del rischio petrolio sul suo territorio, e Aurelio Tracanna (Udc), rappresentante di Atri, altro centro coinvolto nelle richieste.

A demolire le aspettative di Mercante è stato l’intervento dell’assessore all’Ambiente, Francesco Marconi. “Va fatta una valutazione politica – ha dichiarato rivolgendosi all’aula – in un momento di crisi occupazionale, in cui dobbiamo rivedere il modello di sviluppo futuro anche sul nostro territorio, dove l’industria è in crisi e lo stesso turismo in difficoltà, possiamo permetterci di dire ‘no’ a prescindere a delle opportunità che il territorio potrebbe avere?”. Oltre al discorso delle royalties che la Regione riceverebbe dalle società petrolifere. “Penso che bisogna ragionare e approfondire il tema – ha chiosato – per questo propongo voto contrario”. Posizione rafforzata da Flaviano Montebello (Pdl): “Siamo contrari a provvedimenti restrittivi posti in questo modo, vediamo lo sviluppo della questione perché votare o meno un ordine del giorno non cambia la questione”. Il presidente Catarra, invece, ha puntato sulla differenza tra “idrocarburi gassosi e liquidi”, almeno sulla carta nella richiesta della Medoilgas, rispolverando un vecchio claim: “Si parla del metano che ci dà una mano, il gas con cui viviamo. Sarò contrario – ha aggiunto – a trivellazioni che incidono su siti sensibili, come il Borsacchio, ma non votiamo moratorie assolute che non prendono in considerazione i singoli casi”.

Immediata la reazione dell’opposizione, schierata compatta sulla posizione anti-ricerche. “Sono scoraggiato – ha replicato Mercante – non sento argomentazioni da parte del centrodestra, non avete nemmeno il coraggio di esprimervi su questo tema”. Rincara Mauro Sacco (Idv): “La sua è una posizione riduttiva – rivolto all’assessore Marconi – il nostro territorio non ha la vocazione del petrolio, in futuro potremmo pentircene”. Renzo Di Sabatino (Pd) ha aggiunto: “L’unica grande ricchezza della regione è il territorio, l’Abruzzo non può competere sullo sviluppo industriale, non ci saranno benefici da questo tipo di intervento”. Il ricordo del Consiglio provinciale aperto organizzato a Pineto durante la passata amministrazione contro le trivellazioni in mare è stato riproposto da Ugo Nori: “Anche il centrodestra all’epoca disse ‘no’, non è possibile monetizzare la salute”. Critico anche Di Febo (Sel): “Il Consiglio è scollegato dal territorio, decidiamo qualcosa senza considerare cosa pensano in merito i comuni interessati”. Appelli rimasti inascoltati ma che restano a verbale, a futura memoria dei territori coinvolti dalle richieste di ricerca.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *