Tutto quello che c’è da sapere sul fiume di risorgiva
Pensare al fiume di risorgiva mi fa tornare indietro negli anni, quando da bambina vedevo mio nonno riempire il cofano della sua auto, di giare di vetro di circa 5 litri ciascuno e diceva “Vado alla risorgiva!” E tornava con le giare piene d’acqua. Acqua fresca e naturale delle risorgive dei nostri territori. Dalla Pianura Padana alla Sicilia. Le risorgive d’Italia!
Cosa sono le risorgive e come si formano
Le risorgive sono delle sorgenti di acqua dolce, tipiche dei terreni alluvionali e sono del tutto naturali. Nelle basse pianure vi sono dei depositi di acqua, costituiti da sedimenti fini e poco permeabili come sabbie e argilla, che ostacolano il deflusso sotterraneo e che creano delle pozze attraverso delle barriere, costringendo l’acqua ad emergere in superficie.
L’acqua contenuta nelle pianure, nell’intersezione tra le falde acquifere e il piano campagna dunque, vengono a giorno, determinando delle insorgenze, delle pozze, che si ingrandiscono e che vengono chiamate anche polle, l’equivalente di risorgiva. Tra una polla e l’altra si formano dei fossati dove scorre l’acqua. Questi flussi di acqua, possono poi congiungersi dando origine a dei veri e propri fiumi di risorgiva. L’acqua delle risorgive viene prelevata per l’irrigazione dei campi e permette la produzione di numerosi prodotti agricoli.
La temperatura dell’acqua si mantiene costante tra i 9 e gli 11 gradi centigradi. La peculiarità di queste acque è la sua limpidità, grazie al fatto che, essendoci un sottosuolo ghiaioso si crea un naturale processo di filtraggio rendendole prive di elementi inquinanti.
Limpide e pulite, le acque delle risorgive, vengono depurate due volte, dal basso verso l’alto e in superficie, grazie ai miliardi di micro cristalli e minerali sedimentati nel tempo, che rendono i fiumi di risorgiva di ottima qualità ed essenziali per ospitare diverse specie di flora e fauna di grandissimo pregio.
Differenza tra risorgive e fontanili
Vi sono delle differenze tra risorgive e fontanili. Le risorgive infatti, come scritto precedentemente, sono fonti di acqua del tutto naturali, che nascono da un processo spontaneo della natura, mentre i fontanili sono opere realizzate dall’uomo, fiumi di risorgiva creati sapientemente per fornire il giusto sostentamento di zone acquifere alla civiltà.
Le prime testimonianze si hanno dai monaci nel XI secolo che crearono i fontanili per bonificare aree paludose e malsane. I fontanili si presentano a fondo cieco, cioè senza possibilità di fuga d’acqua. I monaci capirono che scavando delle conche di profondità di 1-2 metri, dove venivano posizionati dei tini di legno senza fondo, costrinsero l’acqua a riemergere con molta energia senza avere vie di uscita lateralmente.
Questo primo scavo viene chiamato tutt’oggi testa, dove poi è stata realizzata un’asta cioè un canale che permette all’acqua di defluire fino ad irrigare i campi o da creare delle vere e proprie riserve d’acqua per l’agricoltura.
Oggi i tini di legno sono stati sostituiti dai tubi metallici infissi sul fondo della testa del fontanile. L’acqua nei fontanili si mantiene ad una temperatura pressoché costante, le cui variazioni oscillano dai 10 a 15 gradi centigradi. Questo perché nella testa vi è meno ossigeno e l’acqua resta ferma, mentre durante il percorso dell’asta, l’acqua recupera ossigeno, ed è sottoposta alle condizioni climatiche variabili.
Visto così sembra faticoso creare delle risorgive, ma sono esattamente la risorsa fondamentale per la terra e per l’uomo, per la quale vale la pena faticare.
Dove si trovano le risorgive in Italia
In Italia la zona maggiormente costituita dai fiumi di risorgiva è la Pianura Padana. Ai piedi delle Prealpi vicentine fino alla Pianura Padana scorre il fiume Bacchiglione, che in precedenza veniva menzionato negli scritti da Plinio il vecchio, nel I secolo d.C. con il nome antico di Edrone. La risorgiva del fiume di Bacchiglione ha rappresentato da sempre una via di comunicazione importantissima e ovviamente le sue acque hanno contribuito alle attività commerciali e produttive.
Altra zona importante nella Pianura Padana è il Sile, una delle risorgive più lunghe d’Europa, che parte da Casacorba di Vedelago a Treviso e Torraselle di Piombino Dese di Padova. I fiumi di risorgiva del Sile hanno rappresentato una fonte indispensabile per gli abitanti del luogo, poiché sfruttata da mulini e opifici, ma soprattutto perché snodo importante per i traffici via mare nella Laguna Veneta. Si estende su 1451 ettari in 11 comuni del Veneto, oggi l’ente Parco del Sile ha creato una pista ciclabile di 90 Km denominata “La porta dell’acqua” per restituire la storia e la cultura locale a chiunque voglia immergersi nella natura con tutta la sua biodiversità, per scoprire il mulino oggi trasformato in un museo etnografico.
Nonostante l’aridità dell’isola, la Sicilia è testimone di diverse risorgive, soprattutto nell’area del catanese, grazie al terreno argilloso, quindi impermeabile e di roccia lavica ovvero permeabile, dovuto dalla presenza del vulcano Etna. Ne è l’esempio l’acquedotto romano di Catania, dove venivano incanalate le acque delle risorgive di Santa Maria di Licodia. Tali risorgive alimentavano la fontana del cherubino e il vicino lavatoio pubblico. Abbiamo un’altra testimonianza nel teatro romano di Catania, proprio all’interno della cittá, dove vi era una condotta che doveva far fluire le acque delle risorgive del colle Montevergine affinché non allagasse l’orchestra, oggi invece costantemente allagata considerato che l’antico canale non è più in funzione.
Un’altra antica testimonianza la troviamo nella cittá di Siracusa, con la fonte di Aretusa, originata da uno dei tanti sfoghi della falda freatica che si trova nel siracusano e che alimenta il fiume Ciane. Di struttura circolare, habitat naturale delle piante di papiro, è stata una delle fonti poetiche che hanno ispirato molti artisti e letterati, da Pindaro a D’Annunzio. L’origine di questa fonte era persino sconosciuta dagli stessi greci.
E ritorniamo al Nord. Altra zona costituita da fiumi di risorgiva è quella di Castel Goffredo nel Mantovano, una rete di fiumi, torrenti, canali e rogge che costituiscono la complessa idrografia di questa area. Vanta numerose risorgive naturali ma anche di fontanili creati dall’uomo. Le risorgive utilizzate sin dai primi del ‘900 per scopi agricoli, sono state via via abbandonate a causa dell’introduzione delle fabbriche. Ma è doveroso ricordare la presenza di alberi da gelso che caratterizzano principalmente la coltura di bachi da seta. Tra i numerosi corsi d’acqua di questa zona possiamo contare ben dodici torrenti.
Le risorgive, un habitat di flora e fauna unica
Le risorgive ci attraggono con il fruscio dell’acqua, il loro richiamo ci permette di scoprire gli abitanti dell’acqua ma anche di tutto ciò che sta attorno ad esse.
Tra le piante più comuni che decorano tutto il territorio dei fiumi di risorgiva, troviamo il fior di cuculo, una pianta erbacea dal colore rosa presente soprattutto in estate, il campanellino o più comunemente conosciuto come bucaneve, una pianta erbacea con un solo fiore pendulo di colore bianco, la menta acquatica che espande il gradevole profumo piperino tra le acque e poi alberi come il salice, l’ontano nero, l’acero, l’olmo campestre, il nocciolo e altre specie di piante più piccole come il sambuco, la frangola, il sanguinello e il pallon di maggio.
Nelle acque delle risorgive vivono pesci come il luccio, la rana verde, la rana di Lataste, la bissa orbea, i gerridi pattinatori e le libellule tra gli insetti che condividono il loro tempo svolazzando a pelo d’acqua e in superficie. Fuori le acque invece, tra le rive e le siepi delle risorgive, volano uccelli come usignoli, capinere, ballerine bianche e gialle, il cardellino, l’upupa, i passeri, i merli, le cinciallegre, l’averla piccola, gli aironi, le cicogne, le allodole e le poiane. Mentre camminando tra i prati potrai imbatterti tra ricci, caprioli, tassi e volpi.
Un intero regno che rende la natura attorno alle risorgive, rara e preziosa, godendo così di un’impagabile vita sulla terra. Mi piace pensare al termine risorgiva, portandola all’origine del verbo risorgere, qualcosa che ritorna in vita, che rinasce dopo una morte. E la terra è una continua rinascita, come un pò l’essere umano. Mi piace pensare alle Cattedrali dell’acqua nel Veneto, come una forma di rinascita dell’acqua dal sottosuolo e allo stesso tempo della sua cura. Costituite per misurarsi con la natura in una convivenza pacifica, saggia e paziente anche quando l’acqua non è amica, ma nemica.
L’acqua che è il filo conduttore dai monti alle coste, che proviene dalla neve e dai ghiacciai, così come dalla pioggia e dalle risorgive. L’acqua che noi usiamo per bere, per irrigare i campi e per produrre energia. E grazie alle parole di Ovidio, ritroviamo l’importanza delle risorgive e della sua acqua : “Nulla è più duro di una pietra e nulla è più molle dell’acqua. Eppure la molle acqua scava la dura pietra.”
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