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Alluvione, Chiodi “porta a casa” 25 milioni

Il presidente della Regione a Teramo: “Abbiamo fatto un buon lavoro”, ma per la neve frizioni col Governo.

TERAMO – Un Gianni Chiodi raggiante quello che stamattina, nella “sua” Teramo, ha annunciato l’arrivo dei fondi, 25 milioni di euro, per i danni dell’alluvione del marzo 2011. Il Governatore, insieme al presidente della Provincia Valter Catarra, al suo vice Renato Rasicci, assessori e dirigenti dell’Ente di via Milli, ha illustrato lo stanziamento, già reso noto pochi giorni fa, della somma.

Si tratta di 20 milioni di euro dei fondi Fas che arrivano, grazie alla firma dell’ordinanza, dalla Regione Abruzzo e 5 milioni stanziati dal Governo centrale e a carico del fondo della Protezione Civile. Soldi che, di certo, non bastano a coprire tutti i danni provocati nel Teramano dall’alluvione (stimati attorno ai 125 milioni di euro) ma che fanno tirare un sospiro di sollievo ad un territorio messo in ginocchio dalla calamità.

L’ordinanza porta la firma di Franco Gabrielli, capo dipartimento della Protezione Civile, e vede la nostra regione essere l’unica in Italia a ricevere per intero i Fas. La stessa ordinanza nomina il presidente Catarra commissario delegato per il superamento dell’emergenza.

“Si tratta di fondi che abbiamo recuperato dai Fas 2000/2006 e non utilizzati. Ora questi soldi arrivano a Teramo e saranno utilizzati per l’alluvione dello scorso anno – ha commentato Chiodi nel corso della conferenza stampa in Provincia -. Sono felice di essere qui oggi per annunciare questo stanziamento: è un fondo che potevamo utilizzare in tanti modi, ma che abbiamo voluto destinare ai danni causati dalla calamità naturale. Ci tengo a ricordare come ai 25 milioni di euro si affianchino anche altri fondi per il Teramano, come i 6 milioni di euro per la realizzazione ed il completamento della pista ciclopedonale Teramo-Mare”.

Il presidente Chiodi non ha mancato di elogiare il lavoro condotto sia dalla Regione che dagli enti locali, nello specifico Provincia e Comuni teramani per “l’impegno profuso già all’indomani dell’alluvione: grande coordinazione e collaborazione nel gestire l’emergenza e le problematiche successive di concerto con la Regione e la Protezione Civile – ha detto Chiodi – che hanno portato buoni frutti. Non nascondo inoltre una certa sorpresa per la capacità che Provincia e Comune di Teramo hanno avuto nel tradurre in azioni le dotazioni finanziarie della Regione: si tratta della prima volta, infine, che i sindacati non sollevano polemiche per il mancato utilizzo di fondi europei. Questo significa che Comuni, Province e Regione lavorano bene”.

Dei 25 milioni di euro, oltre 13 sono per le somme urgenze: soldi in parte già spesi da Provincia e Comuni teramani all’indomani dell’alluvione. Ora il prossimo passo è la pianificazione degli interventi: a questo si provvederà entro 50 giorni con la elaborazione di un piano d’azione cui lavoreranno attuatori, il commissario Catarra e il commissario vicario, Enrico Mazzarelli. Un organismo che, senza costi per le casse regionali, dovrà “rifare” i conti, rivedere le stime pervenute pochi giorni dopo la calamità e pianificare azioni concrete. Insomma, capire e decidere quanto dare ai numerosi comuni che hanno subito danni.

Chiodi è tornato a sottolineare i buoni risultati raggiunti dalla Regione Abruzzo in termini di debito pubblico e occupazione, di crescita e investimenti, riservando qualche stoccata al Governo Monti: “Noi abbiamo dimostrato che abbattere il debito pubblico senza alzare le tasse ai cittadini è possibile. Monti, invece, ha battuto il record di pressione fiscale e debito pubblico: è evidente che c’è qualcosa che non va nel suo operare” ha detto Chiodi che ho sottolineato le criticità che, nel dialogo col Governo, le Regioni stanno avendo relativamente ad un’altra emergenza, non solo abruzzese: la neve dei mesi scorsi. Non si vedrà, lascia capire Chiodi, il becco di un quattrino dallo Stato, almeno per ora, per i danni. “Non vediamo uno spiraglio ad oggi su questo fronte, la situazione è complicata e da parte del Governo c’è una certa chiusura – ha commentato il governatore -. L’aver abbandonato il tavolo nella conferenza Stato-Regioni parla chiaro: non è nello stile dei governatori, ma lo smarrimento e la scarsa determinazione del Governo ci hanno spinto a farlo”.

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